Sorridere è una bellissima consuetudine e non si dovrebbe mai trascorrere una giornata senza averlo fatto, ma non sempre il nostro sorriso, o meglio la nostra dentatura, ci soddisfa come vorremmo.
Le motivazioni ovviamente possono essere molteplici e non sempre realmente legate a patologie o difetti estetici evidenti, bensì a valutazioni soggettive o insicurezze personali.
È evidente però che la valutazione del sorriso non può prescindere dalla valutazione della propria dentatura, almeno a livello estetico, mentre dal punto di vista anatomico o funzionale, dev’essere sempre il dentista il principale punto di riferimento per valutare la situazione dentale e individuare l’approccio terapeutico corretto.
Spesso, un sorriso che non soddisfa pienamente, perché considerato imperfetto, con i denti poco allineati se non quando proprio storti, o caratterizzato da un sovraffollamento dentario o da patologie legate alle gengive, è frutto di un problema che si chiama malocclusione dentale. Un problema che definire estetico è ovviamente riduttivo in quanto comporta una serie di problematiche tutt’altro che superficiali e trascurabili.
Cos’è l’occlusione dentale?
L’occlusione dentale è la chiusura delle due arcate dentali. Esistono diverse tipologie di occlusione, classificate in tre classi, di cui solo una è considerata fisiologica: la prima classe, anche detta occlusione organica. Le altre due classi, la seconda e la terza, sono considerate malocclusioni.
L’occlusione dentale, il modo in cui si allineano tra di loro i denti dell’arcata inferiore e superiore quando chiudiamo la bocca, è il primo elemento che va valutato quando si prende in considerazione l’armonia di un sorriso, di una bocca e dunque anche di un volto.
Un’occlusione disallineata, non perfetta, che presenta un morso irregolare, si ripercuoterà naturalmente sulla bellezza del sorriso, ma anche sulla salute della bocca e dell’intero organismo.
Naturalmente per valutare la correttezza e l’armonia dell’occlusione dentale – e di conseguenza scongiurare una malocclusione con tutti i problemi che comporta, occorre un’accurata visita dal proprio dentista di fiducia che saprà individuare il giusto modo per sistemare un’occlusione imperfetta o quanto meno, laddove non fosse possibile intervenire in maniera definitiva, agire sulla sintomatologia e sui disturbi causati dalla malocclusione.
Occlusione dentale corretta : le tipologie di morso
Quando si parla di “morso” si intende il modo in cui le due arcate dentarie si toccano in fase di chiusura.
Se i denti della mascella e quelli della mandibola combaciano tra di loro e il rapporto che vi intercorre è corretto, allora è possibile definire l’occlusione come funzionale, ovvero idonea per svolgere le normali attività masticatorie nel modo giusto, senza sovraccarichi su determinate zone delle arcate dentarie piuttosto che altre.
Se i denti delle due arcate invece non sono allineati nel modo corretto e in fase di chiusura non presentano un rapporto armonico, si presenterà una malocclusione dentale con conseguente morso anomalo.
La tipologia di morso che si manifesta in caso di malocclusione dentale dipende da come le due arcate dentarie si rapportano tra di loro in fase di chiusura.
È possibile distinguere dunque tra:
- Morso aperto: in questa particolare tipologia di morso da malocclusione, non c’è sovrapposizione verticale tra i denti della mascella e quelli della mandibola. Il morso aperto potrà dunque essere anteriore se si verifica nelle zone anteriori delle arcate dentali; posteriore se invece il morso si verifica nelle zone posteriori delle arcate. In entrambi i casi il morso non segue la sua naturale fisiologia e porterà ad una serie di disturbi.
- Morso chiuso: noto anche come morso profondo o coperto, è caratterizzato da una chiusura eccessiva delle arcate, con gli incisivi superiori che coprono quasi del tutto quelli inferiori. In alcuni casi, gli incisivi superiori possono arrivare a toccare e lacerare le gengive inferiori. Talvolta, la pressione degli incisivi sul palato può provocare lesioni anche abbastanza importanti.
- Morso incrociato: anche in questo caso il rapporto tra le arcate dentarie è anomalo con un conseguente rapporto anomalo anche tra i alcuni denti e il modo in cui si incrociano con gli opposti. In questo caso il morso tenderà verso l’interno della bocca (vestibolo-linguare) o verso l’esterno (labiolinguale). Anche qui si tratta di deviazioni dalla normalità del morso naturale che provocano problemi, anche durante la masticazione.
- Morso profondo: in questo caso l’arcata dentaria superiore prevarica quella inferiore oltre il livello ideale, pregiudicando non solo la masticazione, ma anche lo sviluppo cranio-facciale.
Malocclusione dentale: le conseguenze
Le conseguenze della malocclusione dentale, dunque di un disallineamento tra i denti dell’arcata superiore e quella inferiore, sono molteplici e riguardano sia l’ambito estetico che quello funzionale. In particolare:
- Disarmonia estetica del sorriso.
- Infiammazioni gengivali.
- Bruxismo: mascella serrata e digrignamento involontario delle arcate.
- Problemi di masticazione.
- Problemi nella fonetica e nella pronuncia delle parole.
- Mal di schiena e dolori muscolari.
- Cefalea.
- Torcicollo.
- Problemi di postura.
Occlusione dentale e postura
Le malocclusioni dentali possono influenzare la postura del corpo in modo significativo. L’osso Ioide, situato sotto la mandibola, svolge un ruolo chiave nella regolazione statica della postura. Collegato alla mandibola, è il punto cruciale di connessione delle catene muscolari che regolano la postura. In altre parole: la mandibola determina, in parte, la posizione dell’osso Ioide, il cui compito è regolare la postura del resto del corpo.
Le contratture muscolari causate dalla malposizione della mandibola possono creare tensioni asimmetriche sull’osso, portando a problemi come un bacino inclinato o una spalla più alta dell’altra.
Non solo, il mancato equilibrio tra i denti della mandibola e quelli della mascella porta ad una serie di disturbi e disagi a livello temporo-mandibolare, con conseguenti problemi alla colonna vertebrale, cefalee e dolori cervicali.