La malocclusione dentale è un difetto fisico e funzionale della bocca piuttosto comune e più diffuso di quanto si pensi. Molto spesso infatti la malocclusione, soprattutto se di lieve entità, non viene riconosciuta come una problematica particolarmente grave da chi ne è affetto, ma ad uno sguardo attento, come quello del dentista, è immediatamente riconoscibile.
Al contrario, se la malocclusione è grave ed evidente, è più frequente il ricorso al medico odontoiatra o all’ortodontista nella speranza di correggere il difetto.
Cos’è la malocclusione dentale?
La malocclusione dentale non è altro che un disallineamento dei denti presenti sulle arcate superiori e inferiori e, dunque, un rapporto non equilibrato ed anomalo tra mascella e mandibola. Questo rapporto alterato tra i denti dà luogo ad una cascata di disturbi che investono non solo la bocca in sé, ma l’intero organismo provocando mal di testa, problemi uditivi e dolori alla schiena.
Non bisogna dimenticare poi che la malocclusione dentale coinvolge in primis il processo masticatorio creando disagio nell’atto di mangiare. Non è raro che chi soffra di malocclusione accusi pesantezza a livello mandibolare se non, nei casi più gravi, persino dolore.
Risulta difficile distinguere la causa del proprio malessere e a risalire alla malocclusione dentale per chi soffre di determinati disturbi di salute, come appunto un mal di schiena o una cefalea ricorrente.
Solo un’accurata visita medica odontoiatrica può infatti rinvenire la presenza di una occlusione dentale non corretta e può valutarne l’entità e la possibile terapia di risoluzione.
I sintomi della malocclusione dentale
I problemi legati alla presenza di una malocclusione dentale sono molteplici e possono coinvolgere, in base al grado di entità del disturbo, diversi organi ed apparati.
La prima a risentirne è ovviamente la bocca: la malocclusione dentale, quando accentuata, provoca problemi alla masticazione, dolori alla mandibola, affollamento dei denti con conseguente predisposizione a sviluppare carie, gengiviti e persino parodontiti, tendenza alla respirazione attraverso la bocca con conseguente secchezza di gola e fauci.
Il disallineamento dei denti delle due arcate sottopone poi mandibola e mascella ad un lavoro anomalo e con carichi irregolari che si ripercuotono a livello temporo-mandibolare scatenando dolori cervicali, cefalee e persino ronzii all’orecchio.
Non solo: la malocclusione dentale può ripercuotersi sulla colonna vertebrale traducendosi in mal di schiena, ma può anche interessare l’apparato respiratorio provocando tosse cronica, sinusiti e rinosinusiti, fino alla bronchite cronica e all’asma.
Infine, le difficoltà masticatorie legate alla malocclusione possono interessare anche l’apparato gastrointestinale provocando la malattia da reflusso gastroesofageo e portare persino a disturbi del linguaggio, seppur quest’ultimi sono più rari.
Da non trascurare poi l’aspetto estetico: la malocclusione regala in primis un viso asimmetrico ed un sorriso poco armonico, mentre nelle malocclusioni più gravi il difetto estetico è particolarmente evidente, tanto da creare problemi sociali e relazionali.
Malocclusione dentale: le 3 classi
Solitamente la malocclusione dentale viene classificata in base a tre classi differenti che identificano la tipologia di malocclusione. Nello specifico si riconoscono:
- Malocclusioni di prima classe: si verifica quando l’arcata superiore sovrasta di poco quella inferiore. Si parla in questo caso di un morso lievemente anomale rispetto al morso normale.
- Malocclusioni di seconda classe (chiamata anche retrognatismo e affollamento dentale): si verifica quando l’arcata superiore sovrasta di molto quella inferiore. Il morso dunque smette di essere regolare. In questo secondo caso si parla spesso proprio di affollamento dentale in quanto è probabile che, in concomitanza alla malocclusione, si presenti anche una posizione anomala dei denti e degli spazi tra di essi. E’ dunque una situazione sicuramente più seria rispetto alla precedente (che non va comunque mai trascurata perché non è detto che non possa peggiorare durante, ad esempio, la fase di crescita nel caso in cui si verifichi nei bambini.
- Malocclusioni di terza classe (detta anche progenismo o morso inverso): si verifica quando i denti presenti sull’arcata mandibolare sono avanzati rispetto a quelli dell’arcata mascellare. Si tratta indubbiamente della condizione di malocclusione dentale più grave tra le tre e quella che può dare luogo ai disturbi maggiori a livello estetico e funzionale.
Come già accennato, non sempre la malocclusione dentale viene percepita dall’individuo, soprattutto nei casi più lievi (malocclusione di prima classe o di primo grado). Anche perché in questi casi è raro che dia luogo a disturbi che inducano la persona a rivolgersi al dentista ed è più probabile che il medico ne segnali la presenza durante le prime visite di routine.
Nei casi più gravi invece, come nella malocclusione di terza classe, si rivela indispensabile l’intervento del dentista e dell’ortodonzia.
Quali sono le possibili conseguenze della malocclusione dentale?
Le conseguenze della malocclusione dentale, dunque di un disallineamento tra i denti dell’arcata superiore e quella inferiore, sono molteplici e riguardano sia l’ambito estetico che quello funzionale.
La presenza di una malocclusione, soprattutto se associata ad affollamento dentale, può portare in primis conseguenze all’estetica del sorriso che apparirà subito poco armonico, ma soprattutto alla salute dei denti.
La malocclusione, infatti, spesso porta a problemi di infiammazione gengivale, carie e altre problematiche dovute ad una posizione errata delle arcate in rapporto tra loro.
La malocclusione può poi far affiorare o peggiorare un altro disturbo molto diffuso che è il bruxismo: chi non vanta un’occlusione dentale impeccabile e manifesta sovraffollamento dentale e malocclusione, tenderà, in maniera involontaria anche e soprattutto durante il sonno, a stringere i denti tra di loro con conseguenze sullo smalto e sulla salute di tutti i denti.
Le conseguenze di un’occlusione vanno dunque arginate tempestivamente attraverso un’accurata visita odontoiatrica che permetterà al medico dentista di valutare l’entità del difetto di occlusione, valutando caso per caso il miglior trattamento da mettere in campo.
In particolare, quando si parla di occlusione dentale, il morso chiuso, detto anche coperto o chiuso, è forse una delle situazioni più diffuse e anche quello che viene spesso sottovalutata e considerata semplicemente un’imperfezione estetica.
Le conseguenze del morso chiuso, così come quelle proprie della malocclusione dentale, abbracciano tutta una serie di disturbi che vanno dai difetti di masticazione ai dolori muscolari e alla schiena, fino ad arrivare anche a problemi fonetici e di pronuncia.
Lo spostamento innaturale della mandibola all’indietro rispetto alla sua posizione naturale poi, costringe il collo e la zona delle spalle ad una tensione continua che si riversa sull’organismo sfociando in cefalee muscolo-tensive e torcicollo.
Solo il dentista potrà naturalmente valutare l’entità della scorretta occlusione dentale, ma tra le soluzioni più utilizzate c’è senza dubbio il ricorso all’apparecchio fisso e, quando il caso lo permette, all’ortodonzia trasparente.
È sempre sconsigliato il fai da te, magari ricorrendo ad un bite morbido che, oltre a contenere eventuali sintomatologie legate al bruxismo notturno, non può migliorare una condizione di occlusione scorretta di grado avanzato.
Come si cura la malocclusione dentale?
Non c’è una risposta univoca perché, naturalmente, ogni caso è diverso e solo un medico odontoiatra può valutare, caso per caso, come intervenire.
Solitamente il primo step è quello di effettuare una visita odontoiatrica per valutare la tipologia di malocclusione e il morso, alla quale si associano esami radiografici delle arcate dentarie, della faccia e del cranio per valutare la situazione morfologica complessiva.
Successivamente viene anche effettuato un calco dei denti per riprodurre la forma delle arcate dentarie del paziente.
L’intervento volto alla risoluzione del problema dipende poi dalla gravità della malocclusione e dalle sue caratteristiche: se moderata si potrà valutare di intervenire tramite l’utilizzo di un apparecchio mobile o fisso, mentre se di gravità maggiore potrebbe richiedere l’esigenza di optare per la terapia estrattiva, soprattutto di denti molari o del giudizio.
A volte può capitare che la malocclusione dentale sia provocata dal fenomeno del bruxismo, nel qual caso l’odontoiatra potrà valutare di far utilizzare al paziente un bite.
Nei casi di malocclusione di terza classe invece, o nel caso in cui il problema sia di natura congenita, la via chirurgica invasiva sarà l’opzione più probabile.
L’apparecchio per la malocclusione dentale
Quando la malocclusione dentale e il disallineamento dei denti sulle arcate è di entità lieve o moderata, è possibile che l’odontoiatra opti per l’ortodonzia classica, suggerendo l’utilizzo di un apparecchio mobile o fisso, a seconda delle esigenze, che avranno il duplice effetto di migliorare la malocclusione e di curare l’eventuale affollamento dentale, riequilibrando gli spazi tra i denti e i rapporti tra mascella e mandibola.
Sarà il dentista a valutare, nel caso specifico, quale delle soluzioni possa risultare più efficace.