L’ablazione del tartaro è un trattamento odontoiatrico che consiste nella pulizia approfondita dei denti. Durante la seduta, il dentista (o l’igienista dentale) utilizza strumenti specializzati per eliminare il tartaro che si sedimenta sui denti e si accumula sotto le gengive, prevenendo così patologie a carico del cavo orale, come carie e malattie gengivali.
Che cos’è il tartaro?
Il tartaro si forma quando i residui alimentari e i batteri nel cavo orale non vengono rimossi in modo efficace. Questi residui si depositano sui denti creando una pellicola biancastra, nota come placca batterica. Se non viene eliminata entro 12-18 ore attraverso una corretta igiene orale, la placca interagisce con le sostanze presenti nella saliva e si calcifica, trasformandosi in tartaro.
Il tartaro ha una consistenza dura e adesiva e può assumere un colore che varia dal giallo al grigio scuro, a seconda delle sostanze con cui viene in contatto, come, ad esempio, il fumo di sigaretta.
Il tartaro si localizza non solo sulla superficie esterna dei denti ma può anche penetrare sotto la gengiva, dove è particolarmente insidioso per la salute. Questo tipo di deposito, infatti, è spesso correlato a gravi disturbi dentali e gengivali, come la parodontite: un’infiammazione acuta che colpisce i tessuti che sostengono il dente. All’interno delle tasche parodontali, i batteri proliferano, causando infiammazione e danni alle strutture di supporto del dente, portando a mobilità dentale, sanguinamento gengivale e, in fasi avanzate, perdita del dente.
A differenza della placca batterica, il tartaro non può essere rimosso con spazzolino, dentifricio e filo interdentale: è sempre necessaria una seduta di ablazione del tartaro.
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Come viene effettuata l’ablazione del tartaro?
La seduta di ablazione del tartaro inizia con l’uso di un dispositivo chiamato ablatore, che opera attraverso ultrasuoni. Questi ultrasuoni provocano la vibrazione di una punta metallica, progettata per frammentare e disgregare il tartaro accumulato sulle pareti dentali. Dopo l’utilizzo dell’ablatore, l’igienista può ricorrere a strumenti manuali come scaler e curette.
Segue la fase di lucidatura dei denti, durante la quale si applica una pasta a base di fluoro con una spazzola rotante. Questo passaggio non solo pulisce, ma lucida anche le superfici dentali, levigando le irregolarità e rendendo i denti più lisci e brillanti.
In alcune sedute di ablazione del tartaro, viene utilizzato l’Air Flow: uno strumento che emette un getto di aria, acqua e una sottile polvere. Tale tecnica è particolarmente efficace per rimuovere placca, depositi morbidi e macchie, penetrando nei solchi, negli spazi interdentali e nelle cavità per una pulizia dettagliata e mirata.
L’ablazione del tartaro è dolorosa?
L’ablazione del tartaro non provoca dolore. Tuttavia, la percezione del dolore può variare da persona a persona. Durante la procedura, alcuni pazienti potrebbero sperimentare una sensazione di disagio leggero. Inoltre, nei giorni successivi al trattamento, è possibile avvertire un lieve fastidio che, di solito, scompare nel giro di poche ore.
Ogni quanto bisogna fare l’ablazione del tartaro?
La frequenza con cui è necessario sottoporsi all’ablazione del tartaro dipende da diversi fattori individuali. Il dentista, valutando le condizioni specifiche del cavo orale e le esigenze di ogni paziente, fornisce raccomandazioni personalizzate. In generale, il suggerimento è di effettuare l’ablazione del tartaro ogni sei mesi, dopo una visita di controllo dal dentista.
Tuttavia, nei casi in cui si presentino disturbi come infiammazioni gengivali, parodontite o malocclusioni, può essere opportuno aumentare la frequenza delle sedute. In queste situazioni, si raccomanda di fare la pulizia dentale professionale anche ogni 3-4 mesi.