Quasi tutti hanno sentito parlare, almeno una volta nella loro vita, di bruxismo, ma non tutti sanno esattamente quali siano le complicanze di questo disturbo. La parola bruxismo deriva dal greco e significa letteralmente “digrignare i denti”, un meccanismo che la maggior parte delle volte si manifesta in modo del tutto involontario, ma che nasconde non poche insidie per la salute della bocca e dell’intero organismo.
Il bruxismo è un fenomeno molto diffuso: si stima che solo in Italia un individuo su tre ne soffra, spesso senza neanche rendersene conto fino a quando il problema non viene diagnosticato dal dentista durante una visita odontoiatrica.
Questo perché il bruxismo si manifesta principalmente durante il sonno, attraverso il suo meccanismo primario che è quello del digrignamento dei denti e del serramento involontario e violento della mascella, tanto da provocare al risveglio un vero e proprio indolenzimento della zona interessata.
Nonostante sia un problema così diffuso, non sempre il bruxismo viene curato e molte persone tendono a sottovalutare il problema relegandolo a semplici motivi di stress passeggero.
Sintomi del bruxismo, cause e tipologie
Il bruxismo è un fenomeno anomalo che porta la persona a serrare la mascella e digrignare i denti tra loro, provocando sfregamenti a volte ripetuti e marcati, anche in assenza di una motivazione funzionale come può essere la masticazione.
Questa tendenza allo sfregamento dei denti tra loro porta con il tempo a rovinare in maniera inequivocabile lo smalto dentale, creando problemi a tutta la zona temporo-mandibolare a causa delle continue contrazioni muscolari.
Le cause del bruxismo possono essere di varia natura e solo un’accurata visita odontoiatrica, e un’anamnesi completa del paziente, possono individuarle in maniera esatta.
Solitamente le cause principali del bruxismo sono:
- La familiarità al problema: non è raro che se in famiglia è già presente un individuo che presenta bruxismo, altre persone possano manifestare la tendenza a bruxare.
- Malformazioni della mascella o malocclusione dentale
- Motivi psicologici legati a stress e aggressività non manifesta che trova uno sbocco naturale nel processo di bruxare, specie durante la notte.
Il risultato naturalmente è sempre lo stesso: chi soffre di bruxismo, qualunque sia la motivazione, avrà problemi di usura dello smalto dentale a causa del continuo sfregamento tra le due arcate dentali e manifesterà una certa predisposizione allo sviluppo di carie e gengiviti, fino ad arrivare nei casi più gravi ad un coinvolgimento dell’osso alveolare con conseguente scollamento gengivale.
E’ dunque chiaro come il bruxismo sia un problema tutt’altro che da sottovalutare.
In base alle cause che possono provocare il fenomeno del bruxismo, quest’ultimo viene classificato come primario o secondario.
Il bruxismo primario si manifesta in soggetti sani che possono dunque arrivare al digrignamento dei denti per i motivi suddetti: necessità di scaricare lo stress accumulato durante la giornata (e finiscono dunque per bruxare durante la notte) o per motivi di malocclusione dentale o disturbi legati alla conformazione della mandibola e della mascella. E’ ad esempio frequente in chi non ha una chiusura armonica delle arcate e presenta affollamento dentale con conseguente disallineamento dei denti e un morso anomalo.
Quando invece il bruxismo è determinato da sostanze chimiche o farmaci che inducono al digrignamento a causa di un coinvolgimento del sistema nervoso, come accade con gli antidepressivi, gli psicotici o le drighe, allora si parla di bruxismo secondario.
In entrambi i casi sarà il dentista a valutare l’entità del bruxismo, la sua tipologia (se primario o secondario) e a suggerire il trattamento migliore da attuare per smettere di bruxare.
Bruxismo: come smettere di rovinarsi i denti
E’ dunque chiaro come il fenomeno del bruxismo, specie se non trattato nella maniera adeguata, porta a rovinarsi letteralmente i denti.
Il continuo sfregamento delle arcate, il digrignamento involontario della mascella e le continue sollecitazioni muscolari portano a disturbi che, da lievi, possono diventare anche molto gravi causando addirittura fratture e caduta dei denti.
Come smettere di bruxare? Non esiste naturalmente una ricetta magica e molto dipende dalle cause che lo hanno scatenato. Se l’atto di bruxare è, ad esempio, dovuto a motivazioni anatomiche e morfologiche, come ad esempio una malocclusione dentale, il dentista potrà valutare la possibilità di ricorrere ad un bite dentale notturno oppure ad un apparecchio ortodontico.
Se invece il problema di bruxare è legato alle medicine che si stanno prendendo, allora sarà il caso di rivedere la terapia, insieme al proprio dentista e al medico curante, per capire se ci sono margini di miglioramento, medicine meno “stimolanti” a livello nervoso o se è possibile un aggiustamento della terapia. Nel caso in cui non si potesse intervenire sul trattamento, il dentista potrà suggerire l’utilizzo del bite per contenere il problema del bruxismo e limitarne i danni.
Se invece il problema è legato a situazioni di stress, aggressività o ansia, allora il medico odontoiatra potrà valutare l’ipotesi di indirizzare il paziente verso un consulto medico specialistico di tipo psicologico e di alleggerire, nel frattempo, l’entità del problema attraverso l’utilizzo del bite.
Nei casi in cui il bruxismo è dovuto a temporanee situazioni di stress, spesso viene consigliato di provare delle tecniche di rilassamento o di praticare attività come lo yoga o il pilates che aiutano a scaricare l’aggressività riconquistando un equilibrio fisico ed emotivo. Anche un’ora di camminata al giorno o il training autogeno possono contribuire a tenere sotto controllo lo stress, limitando di conseguenza il bruxismo.
Bite: non solo per smettere di digrignare i denti
Abbiamo dunque visto come, in molti casi, il controllo della sintomatologia legata al bruxismo può essere attuato attraverso la prescrizione di uno strumento terapeutico come il bite che solo ed esclusivamente il dentista può prescrivere.
Il bite dentale notturno, in particolar modo, eviterà che durante il sonno profondo il paziente bruxi sfregando i denti tra loro, rovinandoli in maniera consistente.
Il bite però non ha solo la funzione di ostacolare il digrignamento dei denti ponendosi letteralmente tra di loro, ma ha anche il compito di rilassare la muscolatura coinvolta nel processo del bruxismo, favorendo la scomparsa di sintomi tipici come l’indolenzimento e il dolore ai muscoli del viso, del collo e perfino delle spalle.