Cos’è il bite?
Il bite è una placca occlusale in resina acrilica che ha la funzione di risolvere i problemi dell’apparato masticatorio legati al digrignamento dei denti, alla dislocazione mandibolare, alla malocclusione dentale e al russamento.
Ha la forma di una mascherina e deve essere posta fra le due arcate dentali per un periodo di tempo che varia in base alle patologie riscontrate dal dentista. Per una corretta igiene, si consiglia di lavare il bite prima di indossarlo e dopo l’uso, strofinandolo delicatamente con spazzolino da denti e dentifricio.
A cosa serve il bite per i denti?
Il bite dentale è, nella maggior parte dei casi, il primo passo verso la risoluzione delle patologie masticatorie. In altre parole, di quelle patologie che colpiscono l’ apparato stomatognatico, formato da denti, gengive, mascella, muscoli della masticazione, epitelio, articolazioni temporo-mandibolari e nervi.
Questo apparato è responsabile della masticazione, della deglutizione e della fonazione, ma è anche strettamente legato al sistema posturale. Ecco perché un mal posizionamento o il digrignamento dei denti potrebbero provocare dolori all’apparato muscolo-scheletrico, disturbi della postura, oltre che il consumo dello smalto dentale. Molti problemi, insomma, che ci rendono subito ben chiara l’importanza dell’uso del bite!
Ma chi si occupa di individuare a curare questi disturbi? Si tratta dello gnatologo, che è lo specialista con competenze specifiche per quanto riguarda le articolazioni della bocca e tutti gli organi ad essa connessi. Attraverso accurati esami radiografici, lo gnatologo diagnostica i problemi di malocclusione, bruxismo e dell’articolazione temporo-mandibolare.
Quali tipi di bite esistono?
I bite dentali sono classificabili in tre categorie:
- personalizzati: realizzati su misura dal dentista, dopo aver preso l’impronta e aver diagnosticato il problema;
- automodellanti: mascherine termoplastiche in resina che si adattano alla propria impronta dentale;
- preformati (detti anche bite preconfezionati): placche in resina con una conformazione standard.
I bite personalizzati, pur avendo un costo maggiore, sono consigliati poiché sono costruiti sulla base delle caratteristiche e dei disturbi della persona.
I bite preformati e automodellanti, solitamente finalizzati a trattamenti di breve durata, si possono acquistare in farmacia ad un modico costo. Attenzione però: è importante sottolineare che questi bite possono creare problemi occlusali, muscolari e di postura, oltre a originare un vero e proprio spostamento dei denti.
Un’autodiagnosi potrebbe quindi peggiorare il tuo stato di salute: per questo prima di acquistarli è importante sottoporsi sempre ad una visita da uno specialista. Ricorda inoltre che il digrignamento può essere anche dovuto al non combaciamento dei denti, che richiede un intervento ortodontico.
Un bite per ogni problema
Russamento
Il bite per evitare il russamento è composto da due mascherine gemelle che portano la mandibola in una posizione tale da eliminare le ostruzioni dell’aria tra il naso e la laringe.
Bruxismo
Il bruxismo è il serramento e il digrignamento involontario dei denti durante il giorno e la notte. I fattori che portano molte persone a contrarre i muscoli e a serrare i denti senza un’obiettiva funzione non sono ancora scientificamente provati. Tuttavia molti studi hanno dimostrato che si possono attribuire allo stress e ad un allineamento non corretto delle occlusioni dentali.
In questo caso occorre usare una placca per l’arcata superiore che permette di rilassare i muscoli mandibolari e di non frizionare i denti.
Questo tipo di bite è un buon rimedio in quanto permette di
- mantenere il corretto spazio occlusale;
- scaricare la forza esercitata dai muscoli sulla placca di resina piuttosto che sui denti;
- rilassare i muscoli mandibolari e cervicali;
- preservare lo stato dei denti e di non aggravare il loro deterioramento.
Quest’ultimo è un vantaggio non da poco. Infatti il continuo sfregamento notturno provoca l’abrasione dello smalto dei denti fino a causarne un decadimento strutturale e, in casi estremi, la caduta e l’infiammazione delle gengive.
Inoltre alcuni studi hanno dimostrato che la contrazione dei muscoli mandibolari può provocare dolori alla cervicale, alla zona dorsale della schiena (rachide) e al trigemino.
Riposizionamento condilo-mandibolare
In questo caso si parla di bite ortotico, poiché ha una funzione ortopedica. Questo tipo di placca permette di riposizionare la mandibola nella sua corretta posizione, oltre a decontrarre la muscolatura. Serve per correggere le dislocazioni mandibolari ed è realizzato su misura grazie alle indicazione dello gnatologo.
Malocclusione
In campo odontoiatrico si parla di malocclusione quando i denti dell’arcata superiore non coincidono in modo armonico ed equilibrato con quella inferiore. La conseguenza è un’anomalia di allineamento tra la mascella e la mandibola.
La malocclusione può essere dovuta da:
- una conformazione genetica;
- un intervento odontoiatrico non eseguito correttamente (otturazioni ed impianti);
- abitudini scorrette come succhiarsi il dito in età infantile, usare il ciuccio oltre i 3 anni o digrignare i denti.
È importante che sia il dentista a risalire alla causa, per risolvere il problema con gli strumenti più adeguati, optando tra terapie ricostruttive o ortodontiche. Le conseguenze della malocclusione non interessano solo la bocca, dove provocano difficoltà masticatorie. Esse colpiscono anche la zona dorsale della schiena, il rachide, causando problemi alla postura e dolori muscolari al collo e alla colonna vertebrale.
Mal di testa e mal di schiena
Come abbiamo già detto l’apparato masticatorio è legato attraverso l’articolazione temporo-mandibolare al sistema posturale. Ecco perché il digrignamento dei denti e la malocclusione dentale possono causare mal di schiena e mal di testa.
Per una diagnosi corretta è di fondamentale importanza rivolgersi agli specialisti, perché questi sono segnali e sintomi tipici anche di altre patologie.
Quando utilizzare il bite?
È il dentista naturalmente a prescrivere l’utilizzo del bite dentale che può essere tenuto durante il giorno oppure essere un bite dentale specificatamente notturno, da indossare prima di andare a dormire.
La scelta del medico dentista o gnatologo viene fatta valutando una serie di elementi come la natura del problema e la sua entità, dunque il tipo di malocclusione o il grado di bruxismo.
È proprio di notte infatti, quando si dorme, che avviene molto spesso il digrignamento involontario dei denti che può causare non solo problemi allo smalto e un aumentata sensibilità dentale, ma anche microfratture, predisponendo alle carie e portando, potenzialmente, anche alla caduta dei denti.
Spesso il bite dentale notturno però non svolge solo la funzione di allineamento dei denti delle due arcate e il conseguente alleggerimento delle tensioni mandibolari, ma va a contrastare un altro problema che è quello del russamento.
Molto spesso infatti chi russa durante il sonno lo fa perché, in assenza di altre patologie come l’obesità o la presenza di problematiche respiratorie a livello nasale (rinite cronica, polipi nasali), tende a respirare con la bocca aperta o con un serraggio sbagliato delle arcate che provoca ostruzione dei flussi d’aria tra naso e laringe, producendo il classico russamento notturno.
Ecco dunque che, in questi casi, far indossare il bite dentale notturno al paziente significa andare a contrastare un ulteriore disturbo.
Bite notturni: controindicazioni
Il bite dentale, diurno e notturno, pur essendo uno strumento terapeutico abbastanza semplice da utilizzare, non è esente da possibili controindicazioni.
Innanzitutto bisogna distinguere tra il bite rigido,solitamente realizzato su misura, e quello morbido preconfezionato o automodellante: il primo viene solitamente realizzato dal dentista in base alle esigenze personali del paziente e alla conformazione del suo morso e delle sue arcate dentali, in modo da avere uno strumento efficace nel combattere contemporaneamente i sintomi legati a malocclusione e bruxismo.
Il bite morbido invece è efficace solo contro il bruxismo, perché preserva i denti dall’usura, ma non è altrettanto efficace per contrastare i problemi legati alla malocclusione. Quindi è utile per contrastare dolori muscolo tensivi ma non i problemi legati alle disfunzioni delle arcate dentali.
Tuttavia il primo tipo di bite potrebbe risultare più difficile da portare, perché solitamente rigido, anche se più efficace per combattere ad esempio dolori del trigemino.
In entrambi i casi occorre ricordare che il bite dentale notturno migliora solo la sintomatologia e non risolve i problemi funzionali. Dunque le controindicazioni sono legate più che altro al bilanciamento del bite: se non fatto a regola d’arte e dopo una serie di esami che solo il dentista può prescrivere, è possibile accusare una serie di disturbi muscolari nella zona temporo-mandibolare e persino un peggioramento della sintomatologia.
Riposizionamento mandibolare: in cosa consiste
Attraverso l’utilizzo del bite dentale notturno costruito ad hoc sulle esigenze del paziente, il dentista può anche operare un riposizionamento mandibolare, soprattutto nei casi di malocclusione, favorendo così il miglioramento della sintomatologia legata questa disfunzione.
Si tratta però appunto solo di un mantenimento e non di una cura risolutiva. Quando si presentano invece problemi di natura differente, o di gravità maggiori, la cui sintomatologia non è arginabile neanche temporaneamente con l’utilizzo del bite dentale, è possibile che si debba valutare l’opzione della chirurgia maxillo-facciale.
Anche in questo caso però il chirurgo dovrà lavorare a stretto contatto con il medico odontoiatra per valutare le azioni più efficaci da mettere in campo.
Bite dentale: quanto costa?
I costi dei bite preformati e automodellanti variano in base alla marca e al modello. Considera che i costi per rimediare ad eventuali danni che potrebbero creare sono di gran lunga superiori alla terapia del bite personalizzato!